Era un normale sabato pomeriggio quando, come da routine, stavo per eseguire il mio circuito di 20 minuti in palestra. Breve e intenso. Ho guardato il bilanciere e ho contato 160, 170, 180 kg. Tre ripetizioni di stacchi da terra da 180 kg.
Mi sono concentrato al massimo, svuotando la testa da qualsiasi pensiero o distrazione. Mi sono isolato dalle chiacchiere della palestra, perché è difficile restare calmi quando si è circondati da gente che fa gli esercizi a caso e ripete tutti i luoghi comuni possibili e immaginabili (“ho comprato la fascia che fa sudare l’addome così dimagrisco velocemente senza dieta né allenamento”; certo, e io sono scemo a sudare e mangiare bene da sette anni?”).
Ho allontanato ansie e preoccupazioni, altrimenti col cavolo che avrei potuto alzare 180 kg: rischiavo di ammazzarmi per un piccolo errore. Bene, ero pronto. Mani ben agganciate al bilanciere, sguardo fisso su un punto, un bel respiro e… si parte! Bam, bam, bam. I pesi sul pavimento si sono fatti sentire e infatti si sono girati tutti. “Questo è pazzo!”, avranno pensato. Terminato il mio circuito, sono andato a fare una blanda corsetta di circa 20 minuti.
Me lo ricordo come se fosse ieri. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avevo la possibilità di correre e allenarmi così in palestra.
Diventare personal trainer: il mio sogno si stava avverando
Soltanto tre mesi prima avevo superato l’esame ISSA Certified Fitness Trainer e finalmente ce l’avevo fatta! Dopo anni di ricerche e studi da autodidatta, ero ufficialmente diventato un personal trainer. Finalmente avevo la possibilità di aiutare anche gli altri a ottenere il fisico dei loro sogni.
Era il 20 marzo 2016. Avevo da poco messo a punto il mio blog vincenzotassonepersonaltrainer.it (sì lo so, un nome un po’ lungo, ma ero contentissimo così) e volevo seguire le persone anche a distanza, una scelta che in quel periodo era ancora abbastanza inusuale. Avevo scritto i primi articoli, gli ebook, aperto la partita Iva.
Il mio sogno era quello di aprire uno studio che offrisse corsi di gruppo specifici per chi voleva dimagrire. Ci tenevo così tanto a cambiare la vita delle persone, com’ero riuscito a fare con la mia, e studiavo ogni giorno per riuscirci.
L’incidente stradale che ha cambiato il corso della mia storia
Proprio la notte di quel sabato sono uscito come al solito con gli amici. Al ritorno, alle 2:00 circa, per la stanchezza mi sono addormentato sul sedile posteriore. BAAAM! Un botto enorme. Mi sono svegliato in apnea, non riuscivo a respirare, non capivo niente. Dopo qualche secondo ho capito che eravamo finiti contro un muro.
Ed eravamo proprio sotto a casa mia! Se mia madre si fosse affacciata al balcone e mi avesse visto in quelle condizioni, le sarebbe venuto un infarto (per fortuna non si è svegliata e ha scoperto l’accaduto soltanto la mattina dopo). I miei amici sono subito scesi dalla macchina, in buone condizioni.
Io mi sono ripreso e ho provato a uscire, ma… qualcosa non andava, non sentivo più le gambe. “Che succede? Perché non riesco a muovere ste gambe? Su, veloce, esce ancora fumo dalla macchina, devo allontanarmi prima che esplora tutto”. Niente da fare, dal petto in giù non sentivo niente. Ero stordito dalla stanchezza e non avevo la forza di muovermi.
Dopo pochi minuti è arrivata l’ambulanza. Ci abbiamo messo mezz’ora per raggiungere l’ospedale, mezz’ora di strade sconnesse in cui a ogni sobbalzo sentivo un dolore assurdo alla schiena. Cercavo di muovere le dita dei piedi ma era tutto addormentato, sentivo soltanto un formicolio. Davo al mio corpo il segnale di muoversi, ma niente.
Quando ho scoperto che la mia vita era cambiata per sempre
Dopo circa 4 ore di controlli al Pronto soccorso, finalmente ho iniziato a sentire qualcosa. Ero comunque immobile dal bacino in giù ma almeno riuscivo a muovere le dita dei piedi. Mi sembrava un ottimo segnale, ero convinto del fatto che sarei tornato come prima nel giro di qualche settimana. E invece no.
I medici hanno emesso la loro sentenza: non potrai più fare il personal trainer. Mi dissero che nella maggior parte dei casi chi dorme mentre fa un grave incidente, o muore o resta paraplegico.
Fortunatamente la forma fisica che avevo acquisito in sette anni di duro allenamento mi ha permesso di reggere meglio il trauma. Quindi dovevo anche ringraziare perché mi era andata bene. In quel momento non riuscivo a capire quel “bene”. Io sentivo e vedevo tutto male. Avevo una frattura a scoppio della prima vertebre lombare, che doveva essere stabilizzata con due barre in titanio inserite tramite un’operazione chirurgica. Danni neurologici permanenti per la contusione della cauda equina.
Che significava? Non lo sapevo, i medici con me erano vaghi e io facevo ogni giorno delle ricerche su internet per capire che problemi avrei avuto. Si parlava di gravi problemi urologici e alla deambulazione. Purtroppo dal bacino in giù ho subìto gravi danni e con conseguente invalidità permanente. Mi ci è voluto del tempo per realizzare che quella era la realtà e non soltanto un brutto sogno. Ho trascorso due mesi in ospedale a piangere ogni giorno. Volevo scappare e tornare come prima.
“Perché è successo proprio a me? A 24 anni, con tutta la vita davanti.”
Ci vorrebbe un libro per descrivere cosa ho passato negli ultimi 4 anni e mezzo.
Dal buio alla rinascita
Mi è stato diagnosticato un disturbo post traumatico da stress. Sono caduto in depressione. Ho pensato anche al suicidio, ma non me la sentivo di far soffrire la mia famiglia fino a quel punto. E poi non volevo arrendermi.
Ero ansioso, nervoso, piangevo, litigavo con tutti, ero in preda ai pensieri negativi e agli attacchi di panico. Volevo porre fine a quella sofferenza, spegnere il cervello. Alla mia prima visita, ho chiesto alla psichiatra di non prescrivermi farmaci e migliorare la situazione con qualche integratore.
Tutto inutile: a meno di una settimana di distanza stavo peggio di prima e le ho domandato espressamente qualche medicina che mi potesse aiutare. La psichiatra mi ha prescritto un antidepressivo, spiegandomi che avrei notato i primi effetti dopo un mese. Non ho iniziato nessuna psicoterapia, non volevo sentire niente, soltanto spegnere il dolore e la sofferenza.
Così è stato. L’effetto del farmaco si notava ogni giorno sempre di più, praticamente azzerava qualsiasi sensazione. Zero sofferenze, zero pensieri strani, dormivo tutto il giorno.
Con il passare del tempo ho iniziato a non sentire più nulla, né le emozioni negative né quelle positive. Apatia totale, ero diventato uno zombie.
Mi sono reso conto del fatto che quella non era vita. Che senso ha alzarsi la mattina se non si prova alcuna emozione? Così, andando per gradi, ho rinunciato agli antidepressivi.
La vita è fatta di emozioni. Ero pronto ad accettare e gestire anche quelle negative, pur di riconquistare quelle positive.
Dopo qualche mese ho iniziato un percorso di psicoterapia (rifiutando però gli antidepressivi) e sono entrato in un vortice di sbalzi d’umore e attacchi di panico. È stata dura, ma era il prezzo da pagare per ritrovare anche i piccoli momenti di benessere e felicità.
Così, piano piano e con difficoltà, è iniziata la mia rinascita. Se vuoi scoprire come è andata leggi il prossimo articolo.
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