Ricordo ancora quando ero uno studente e, appena sveglio, mi mettevo a leggere articoli di blog e frasi motivanti, cercando di visualizzare i miei obiettivi.
Tutto bellissimo. Peccato che avevo dormito solo cinque ore e dovevo sbrigarmi a prendere il bus per l’università: caffè, colazione al volo e via di corsa, più rintronato che mai!
Ho perso il conto dei libri e degli articoli che ho letto negli ultimi 12 anni su argomenti come la crescita personale, la libertà finanziaria, l’intelligenza emotiva, il benessere psicofisico, le relazioni.
Ancora oggi sono appassionato a questi temi, ma c’è una grossa differenza: leggo di meno e agisco di più.
Il punto debole di chi si avvicina alla crescita personale: la costanza
Pensiamo a tutti quelli che dopo Natale o dopo Pasquetta si iscrivono per tre mesi in palestra, la frequentano per una settimana e poi… adios!
Quest’anno e l’anno scorso l’iscrizione alla palestra è stata sostituita con l’acquisto di attrezzi per la palestra in casa di vario tipo: dalla classica cyclette agli ultimi ritrovati della tecnica.
Già per il fatto di aver pagato l’abbonamento trimestrale o acquistato un attrezzo, però, si sentono in pace con sé stessi e magari scaricano le colpe sul lavoro, sulla famiglia, sul “non ho tempo”. Così, tre mesi dopo, non hanno perso i 10 kg promessi ma solo qualche euro. Poi però l’estate arriva e, frustrati come ogni anno per il proprio aspetto fisico, tornano a ripetersi: “A settembre assolutamente dieta e palestra!”. E sappiamo già come andrà a finire.
La stessa cosa succede con i libri di crescita personale. Ogni giorno salta fuori un nuovo guru, con l’ultima tecnica infallibile che ovviamente “devo conoscere, perché ci tengo al mio miglioramento”.
Peccato che, scemato l’entusiasmo dei primi momenti, tutti questi libri finiscano a prendere polvere. “Dopo averne accumulati a decine, compro l’ennesimo e mi riprometto che stavolta sarà diverso, applicherò tutti i suoi insegnamenti alla lettera e la mia vita cambierà completamente.”
Ma è come abbuffarsi delle peggiori schifezze il sabato sera e, a pancia piena, ripromettersi per l’ennesima volta: “Da lunedì dieta!”. Anche stavolta, sappiamo già come andrà a finire.
Questa pratica del promettere e rimandare all’infinito viene definita procrastinazione.
Appena mi sono imbattuto in questo termine, mando a dirlo, ho acquistato l’ennesima guida su come smettere di procrastinare. E cosa c’è di peggio di procrastinare un corso sulla procrastinazione? Dopo questa follia, meriterei un premio al coraggio!
Quando i guru della crescita personale fanno danni
Argomenti come la libertà finanziaria e le rendite passive fanno ancora più danni degli altri. Ma preferisco lasciare la parola a figure molto più competenti di me in merito. Mi limito soltanto a far notare che, ormai, sembra quasi che se non diventi milionario in un mese o amministratore delegato di qualche multinazionale sei uno sfigato.
Oggi sono tutti uomini di successo. Tutti intenti a sfoggiare su Instagram i loro jet privati e i loro aperitivi a bordo piscina, applauditi da milioni di follower. Finalmente negli ultimi tempi alcuni di questi “fuffa guru” sono incappati in colossali figuracce ed è sorta la voglia di smascherarli tutti. Nel frattempo però hanno fatto danni pesanti soprattutto alle persone più deboli, quelle che sperano di diventare leader da un giorno all’altro solo perché hanno sfogliato un libro.
Sovra-informazione, l’effetto collaterale di internet
Negli ultimi anni mi sono accorto di essere arrivato a un livello che chiamerei di “sovra-informazione”.
È un effetto collaterale di internet, che ci permette di ricavare qualsiasi informazione in un istante, con una semplice ricerca su Google.
Perché lo definisco come “effetto collaterale”? Il motivo è semplice. Chi mi garantisce che quell’informazione sia reale, completa e, soprattutto, adatta alla mia situazione personale? Appunto, nessuno me lo garantisce. Mi illudo di essere informato su tutto, senza saper mettere in pratica nulla.
Come quella volta in cui mi sono trovato a studiare le ultime scoperte scientifiche sul dimagrimento rapido, proprio mentre divoravo uno dopo l’altro i cioccolatini della calza della Befana.
C’era qualcosa che non andava, era evidente. Così mi sono guardato indietro e ho pensato a tutti i libri che avevo letto, a tutti i corsi che avevo frequentato, senza mai applicare nulla.
Mi sono sentito sconfitto. Ero esattamente al punto di partenza, anzi peggio: avevo perso un sacco di tempo e di soldi, trovandomi senza uno straccio di soluzione. Ero condannato. Sarei rimasto così, grasso e insoddisfatto.
Dalla frustrazione al riscatto: il modo giusto per reagire
Ecco entrare in gioco la frustrazione, la sensazione di non potercela fare, di non avere una via d’uscita. Mi sentivo sbagliato.
“Ma come, ho letto mille libri, ho una marea di informazioni dei migliori scienziati e leader, e faccio più schifo di prima? Cosa mi succede?”.
Succede che, secondo il principio di Pareto, il 20% delle azioni porta l’80% dei risultati. E io stavo buttando tempo ed energie sull’80% che non dà risultati.
Mi ero sempre riproposto di raggiungere tutto e subito, di arrivare a traguardi straordinari, ma mi ero perso sui fondamentali.
Maturare una visione a 360 gradi, al contrario, è utile perché dà la possibilità di scegliere. Di concentrarsi su quelle poche cose che possono portare grandi risultati.
Non te ne fai niente dell’integratore miracoloso o del nuovo paper scientifico di un professore americano, se poi non segui i principi di base di un’alimentazione sana.
Non te ne fai niente degli esercizi iper-complicati che tonificano ogni singola fibra muscolare, se dopo una settimana non vedi più la palestra nemmeno in fotografia.
Non te ne fai niente la tecnica di meditazione che ti svela il mistero dell’esistenza, se non riesci ad accettare chi sei e ad essere grato di ciò che hai. È semplice, non facile.
Se ti rivedi nelle mie parole e vuoi una mano a uscire dal tunnel della procrastinazione, scrivimi: sarò
felice di confrontarmi con te. Non ti prometto ricette miracolose, ma l’esperienza sincera di chi ci è
passato in prima persona. Mi vuoi raccontare la tua esperienza?